All'inizio di tutto c'è un'idea. Poi viene l'idea e quindi la realizzazione. Ma quando decidiamo di realizzare l'idea, arriva l'ostacolo: l'immaginazione spaziale, in particolare quella interiore. Ci concentreremo sull'idea.

Molto spesso un cliente si presenta con una richiesta non del tutto pratica o del tutto irrealizzabile. Nella maggior parte dei casi si tratta di una sovrabbondanza di mobili in uno spazio ridotto, di una combinazione di materiali o colori diversi, ecc.

È qui che entra in gioco l'interior designer, che non solo deve conoscere l'appropriata disposizione degli spazi e l'ergonomia dello spazio abitativo, ma è anche molto importante la conoscenza dei materiali, della pavimentazione, della costruzione delle pareti o della tecnologia di produzione dei mobili, tutti elementi che costituiscono un unico insieme. Non si tratta quindi solo della pratica della progettazione, ma anche dell'effettiva realizzazione. Il risultato di questi incontri è spesso un disegno in programmi speciali, che aiuta a creare un'idea della disposizione dello spazio, la già citata scelta dei colori e dei materiali.

E come funziona esattamente una proposta del genere?

"Nel nostro studio utilizziamo deliberatamente diversi programmi per ottenere il risultato migliore e più realistico. Per prima cosa dobbiamo immaginare il layout in un programma 2D dove possiamo giocare con le masse, abbiamo la possibilità di spostare le partizioni, per adattarci al cliente specifico.

Ma il 2D non ci dà un'idea realistica e questo è ciò che il cliente non riesce a immaginare. Ecco perché creano un modello 3D senza materiali specifici e altri dettagli.

Poi si passa al programma successivo, dove si crea un'idea concreta con elementi dettagliati. Luci, specchi, fiori e così via. La fase finale si chiama rendering, che rappresenta il completamento del progetto finale". spiega l'architetto Romana di Tempus Design.